GUIDA ALL’ASSAGGIO DI PARIGI
Ho un rapporto complicato con la città di Parigi.
La Ville Lumière è per me ispiratrice di emozioni contrastanti; una fonte inesauribile di sorprese, eppure entità inafferrabile e frustrante! Infinita, sovraccarica, altera, piena di contraddizioni, ma attraente e incantatrice.
L’ultima sortita parisienne è datata 2011 ed è raccontata qui su All’assaggio con parole e immagini.
Perché di nuovo Parigi, quindi?
Per assecondare suggestioni e stimoli gastronomici.
Per la voglia di respirare un’atmosfera multiculturale, multietnica, multicolor.
Per immergersi tra vetrine sfolgoranti, dolci lussuriosi, profumi di spezie, pacchetti très chic, stradone e stradine da esplorare, scorci da scovare.
Perché “Parigi è sempre una buona idea”, come affermava l’indimenticabile Audrey Hepburn nel film Sabrina.
E infine, perché dopo due estati saltate per cause di forza maggiore, io e Max ci meritavamo un po’ di evasione!
Viaggiare in un periodo per noi inusuale come l’autunno ci ha fatto scoprire atmosfere mai vissute, colori nuovi e sapori tipici del periodo.
Il lato positivo del tornare in luoghi già visitati in precedenza è l’essere liberi dall’ansia delle tappe culturali-artistiche-architettoniche obbligate, come anche il poter procedere con gli assaggi per esclusione, eliminando le cose già provate.
Non possiamo definirci conoscitori esperti dei locali della città a causa delle visite (ahinoi) troppo sporadiche, così abbiamo costruito la nostra guida personalizzata della Parigi gourmand avvalendoci della mitica rossa cartacea (nostra compagna inseparabile), di indirizzi raccolti nel tempo e di risorse internazionali online.
Avendo una maggiore attitudine con la lingua di Albione, abbiamo seguito prevalentemente i suggerimenti del sito Paris by Mouth e di quella miniera di informazioni che risponde al nome di Instagram. Questa sarà ricordata sicuramente come la prima vacanza con utilizzo massiccio dei social!
La nostra ricerca de bonnes choses à manger si basa su un compromesso tra gusto personale, costo e qualità: no a posti dispendiosi oltremisura (tenendo ovviamente conto del contesto parigino, indiscutibilmente caro rispetto agli standard ai quali siamo abituati noi campani) e un deciso no a tutto ciò che puzza di turistico; sì a ristoranti etnici “autentici”, alle pasticcerie e a qualche concessione da gastro-fan.
Il nostro obiettivo non è scoprire mete originali, né tantomeno ci importa che talune celeberrime tane siano state battute centinaia di volte da altri appassionati: andiamo dove desideriamo, ci divertiamo, facciamo la nostra esperienza.
Dunque. Per ottimizzare le incursioni, abbiamo suddiviso le destinazioni per tipologia e per arrondissement. Prendendo spunto da un’idea di Mariachiara Montera, abbiamo anche costruito una mappa piena di iconcine identificative su Google Maps, da consultare tramite smartphone durante gli spostamenti.
Come base, abbiamo fortemente voluto Le Marais, quartiere amatissimo da entrambi e molto comodo sia per i trasferimenti da e per l’aeroporto, sia per la vicinanza con tanti punti di interesse.
La nostra scelta è caduta sull’hotel Caron de Beaumarchais, dedicato al drammaturgo omonimo. I decori dell’intero albergo sono ispirati alla sua opera più famosa, Le nozze di Figaro.
I balconcini delle stanze sulla facciata offrono un’adorabile vista sui tetti della città, che da sola vale il prezzo del viaggio.
Per gli spostamenti, occorre preparare un vero e proprio piano di guerra, facendo attenzione agli orari di apertura e ai giorni di chiusura dei diversi locali!
Un gioco di incastri da programmare con la massima accuratezza, altrimenti si corre il rischio di trovarsi davanti a una saracinesca abbassata (come è successo a noi in un paio di occasioni, purtroppo).
I giorni più critici sono la domenica, il lunedì e il martedì.
Altro accorgimento da tenere sempre a mente: le strade sono lunghissime, per cui può capitare che, pur trovandosi nella stessa via, due locali distino chilometri (e non stiamo scherzando).
In questa trasferta autunnale, per questioni logistiche ci siamo concentrati sugli arrondissement 1, 3, 4 e 10, con un paio di capatine nei 6 e 7.
1er arrondissement
Alla fine della sconfinata rue de Rivoli troviamo Angelina, storica maison fondata nel 1903.
Preparatevi a lunghe file se volete farci un salto di domenica! La sala da tè è presa d’assalto sia dai turisti che dai parigini stessi. E non si tratta di un “vecchio baluardo”, tutt’altro: tra i frequentatori ci sono anche moltissimi giovani, di entrambi i sessi.
Imperdibili le due icone della casa, la cioccolata calda à l’ancienne, servita con panna montata non zuccherata, e il Mont-Blanc. La ricetta del celeberrimo dessert a base di meringa, panna e castagne fu creata all’inizio del ventesimo secolo dai pasticceri Angelina, e da allora è rimasta invariata. La forma fu ispirata dall’acconciatura di capelli in voga all’epoca, il carré corto.
Noi siamo capitati a Parigi durante la Journée du Mont-Blanc, ovvero un periodo di quattro giornate (dal 2 al 6 novembre) dedicate al glorioso dolce, proposto per l’occasione in diverse varianti: cioccolato, pralinato, fragola e vaniglia, ribes nero, cocco e frutto della passione, lampone.
Effettivamente, un tocco di acidità regala freschezza alla “montagnetta”.
Nelle boutique Angelina – e perfino in aeroporto – è possibile acquistare la cioccolata già preparata in bottiglia, pronta da riscaldare.
A breve distanza, in direzione Louvre, c’è la pasticceria di Sébastien Gaudard, il cui cavallo di battaglia sono le caramelle al burro salato.
Abbiamo ingranato la retromarcia invece quando siamo passati da Boco (in rue Danielle Casanova), il bistrot di pietanze in barattolo elaborate da chef stellati. Nonostante le firme altisonanti, non siamo riusciti a trovare proprio niente che ci allettasse!
In questo quartiere, nei dintorni di rue Saint-Anne, c’è la Japantown, con una forte presenza di gastronomia giapponese.
Noi abbiamo provato l’Udon Bistro Kunitoraya, la cui specialità sono appunto gli udon, una varietà di noodles piuttosto spessi. Il bistro è alquanto piccolo, quindi, anche in questo caso, c’è da fare la coda per entrare e una volta dentro può capitare di condividere il tavolo con altri avventori.
Le zuppe sono ottime e abbondanti. La pasta è fatta in casa; il brodo è esclusivamente di pesce, quindi non è indicato per i vegetariani. Il conto è idoneo per tutte le tasche.
In zona plus cher, nei pressi dell’elegante rue Saint Honoré, c’è invece Toraya, sede parigina di una delle più antiche pasticcerie del Giappone.
Shop e tea room, il locale ha un arredo essenziale e distensivo, dove poter trascorrere minuti di quiete assoluta sorseggiando una tazza di tè oppure consumando un pasto completo a una cifra equa (intorno ai 30 euro) con il cinguettio degli uccellini come sottofondo.
Il menu, fisso, comprende riso, zuppa di miso, uovo cotto al vapore, verdure e un tè in abbinamento, seguiti da un dolce e un altro tè. Il matcha “da cerimonia” è decisamente estremo, non per tutti i palati.
I dolcetti tradizionali giapponesi, i Wagashi, sono spettacolari; mirano a stimolare tutti i sensi con la loro raffinata bellezza.
3ème arrondissement
Nella parte alta del Marais verso Place de la République c’è il salone di Jacques Genin, che propone cioccolato, gelatine di frutta e pasticceria espressa.
A regola d’arte la millefoglie e la tarte au citron vert et basilic. La forte spinta agrumata è mitigata dall’aromaticità del basilico, in un insieme molto piacevole.
Poco più in basso, Wild & The Moon, il luogo adatto per qualsiasi esigenza etica e di gusto. Qui tutto è biologico, vegetale, stagionale, senza additivi, senza glutine, senza latte e no OGM.
Tra le proposte, insalate, succhi appena spremuti e acque aromatizzate.
Quest’attenzione altissima per le intolleranze e le scelte alimentari è spesso riscontrabile in altri esercizi di Parigi.
Filosofia non del tutto applicata dall’Umami Matcha Cafè in rue Béranger, locale specializzato in tè matcha.
Il mio amato matchalatte era disponibile solo con latte vaccino o con latte di soia. Nessun’altra alternativa vegetale, come latte di riso o di mandorla. Perciò, abbiamo rinunciato alla sosta.
A pochi metri da Wild & The Moon, Popelini, una delle più note pasticcerie monoprodotto della città: solo bignè, in una decina di gusti. Il brand prende il nome dal pasticcere italiano che inventò la pâte à choux nel 1540.
4ème arrondissement
Questo arrondissement (il nostro, per intenderci) ha una concentrazione elevatissima di locali, che mettono a dura prova le capacità di resistenza di ogni goloso.
A cominciare dalle boutique di due veri divi della pasticceria francese, Christophe Adam e Christophe Michalak, conduttori del famoso talent show Qui sera le prochain grand pâtissier? (che da noi in Italia è Masterpasticcere di Francia).
Il primo è titolare de L’Éclair de Génie, pasticceria specializzata prevalentemente in éclair tanto belli da vedere quanto buoni da mangiare. Christophe Adame è stato nominato miglior pasticcere dell’anno 2015 secondo Relais Desserts.
Il secondo Christophe è proprietario del marchio Michalak, tra le cui specialità ci sono i barattoli dolci Kosmik. Per restare in tema stagionale, abbiamo provato il Mont-Blanc, che però non ci ha regalato grandi entusiasmi.
È andata molto meglio con altre pasticcerie del quartiere.
Aux Merveilleux de Fred è ideatrice de Les Merveilleux, dolcetti a base di meringhe ricoperte con panna montata e infine cosparse con fiocchi di cioccolato o granella.
Le grandi vetrine consentono di osservare gli chef al lavoro per tutta la giornata. Consigliatissime anche Les cramiques, morbidissime brioches sfornate a getto continuo.
Carette in Place des Vosges realizza ottimi macarons.
Colpo di fulmine per La Maison du Chou, bottega che prepara magnifici choux à la crème farciti sul momento. Squisiti sia il bignè che la crema di formaggio fresco. Nella nostra top ten delle pâtisserie preferite.
Per rinfrancarsi con un buon tè ci sono due possibilità antitetiche.
Una è Mariage Frères, rinomata maison storica di tè. Il salone funge anche da ristorante a pranzo, con piatti a base di tè e non solo. Attenzione, il conto è sostanzioso.
L’altra sala è Le Loir dans la Théière, di stampo molto più alternativo. Il nome “Il ghiro nella teiera” fa infatti riferimento a un episodio raccontato nel capitolo “Il Tè dei matti” del libro Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll.
L’ambiente underground si presta a ospitare un pubblico assai variegato.
La star della casa è la tarte au citron meringuée, il cui dolcissimo strato di meringa è alto una decina di centimetri! Occorre mangiarla insieme alla crema al limone in un unico boccone per bilanciare i due sapori contrastanti.
Per quanto concerne il versante salato, in rue des Rosiers (che ospita la comunità ebraica) si può mangiare bene spendendo poco presso la creperie take away La Droguerie du Marais e L’As du Falaffel, il campione dei falafel.
Les Pinces serve solo astice e bistecca, mentre Le Pain Quotidien offre cibo biologico con opzioni gluten-free dalla colazione alla cena.
6ème arrondissement
In rue Bonaparte si trova l’unica boutique di Pierre Hermé che vende anche dessert e viennoiserie oltre a macarons e cioccolato.
Perciò abbiamo fatto incetta di tutto: croissant Ispahan (alla rosa, lampone e litchi), macarons (anche in abbinamenti di gusto particolari come cioccolato & foie gras), delicatissime creazioni stagionali a base di castagne omaggianti l’autunno.
Peccato che non ci sia spazio per consumare gli acquisti sul posto, tutto è solo per l’asporto.
Quest’anno Pierre Hermé è stato insignito del titolo di miglior pasticcere al mondo nell’ambito del concorso World’s 50 Best Restaurants. E noi siamo d’accordo!
Sulla stessa strada, uno dei saloni Ladurée. Anche qui abbiamo voluto provare una specialità autunnale, il Mont-Blanc agli agrumi creato dalla pasticcera Claire Heitzler. Buona l’idea di dare una nota agrumata ad un dessert di per sé abbastanza dolce, ma il guscio di meringa ci è sembrato troppo consistente e pregiudicante l’armonia dell’insieme.
7ème arrondissement
Rue du Bac è disseminata di pasticcerie e affini.
Si inizia con l’elegantissima Des Gâteaux et du Pain, le cui creazioni sono opera della chef pasticcera Claire Damon. Abbiamo preferito la parte dolce rispetto a quella salata. Le torte e le tartellette sono veri capolavori.
Più avanti, un altro dei punti vendita Angelina e la maison del cioccolato Chapon.
In rue du Bac si trova anche la Pâtisserie des Rêves, co-fondata nel 2009 dal famoso pasticcere Philippe Conticini. Attualmente però il maestro ricopre esclusivamente il ruolo di consulente per alcune ricette. Pertanto, siamo andati oltre.
La pasticceria Gâteaux Thoumieux è nota per il suo Chou-Chou, un bignè ripieno di un altro bignè, ma quando siamo passati noi era terminato. Così abbiamo ripiegato sullo chouquette, delizioso bignè cosparso di granella di zucchero.
8ème arrondissement
Tappa mirata per la boutique del cioccolatiere Patrick Roger in place de la Madeleine (quella dove si trovano anche Fauchon e Hediard, per intenderci).
Un universo di meravigliose praline in bellissime scatole verde brillante. Impossibile uscire a mani vuote, nonostante i prezzi tutt’altro che popolari.
10ème arrondissement
Fondamentalmente, siamo andati (con circa 2 chilometri di cammino a piedi dal nostro albergo) in questo arrondissement per conoscere la creatura del giovane talento della pasticceria parigina, Yann Couvreur.
Fortuna ha voluto che in quel momento fosse presente lui in persona! Nonostante io non sia amante delle foto-ricordo, il momento era sicuramente da immortalare.
Il suo dolce-simbolo probabilmente è il croissant roulé, burrosissimo e peccaminoso.
Confesso anche un debole per il colore delle sue confezioni (eh sì, nei confronti del packaging francese sono una vera feticista!).
La scarpinata ci ha dato anche la possibilità di vedere il Canal Saint-Martin e di visitare una boulangerie storica nella quale abbiamo assaggiato quello che si è rivelato essere il nostro croissant preferito di tutta Parigi, Du Pain et des Idées. Pane ottimo, ça va sans dire.
Cosa resta dunque dell’ultima irruzione parigina? Tante piccole immagini: portoni dipinti di blu, strapuntini nella metro, foglie gialle, corvi neri, decorazioni dorate, vedute stupende, controlli serrati nei luoghi pubblici.
E quintali di burro, come sarebbe piaciuto a Julia Child!
Hôtel Caron de Beaumarchais
12, rue Vielle-du-Temple – Paris 4ème
www.carondebeaumarchais.com
Angelina
226, rue de Rivoli – Paris 1er
www.angelina-paris.fr
Sébastien Gaudard
1, rue des Pyramides – Paris 1er
www.sebastiengaudard.com
Toraya
10, rue Saint-Florentin – Paris 1er
www.toraya-group.co.jp/toraya-paris
Udon Bistro Kunitoraya
1, rue Villedo – Paris 1er
http://kunitoraya.com
Jacques Genin
133, rue de Turenne – Paris 3ème
http://jacquesgenin.fr
Popelini
29, rue Debelleyme – Paris 3ème
www.popelini.com
Wild & The Moon
55, rue Charlot – Paris 3ème
www.wildandthemoon.com
L’As du Falaffel
32-34, rue des Rosiers – Paris 4ème
Aux Merveilleux de Fred
24, rue du Pont Louis-Philippe – Paris 4ème
www.auxmerveilleux.com
Carette
25, place des Vosges – Paris 4ème
www.carette-paris.fr
La Droguerie du Marais
56, rue des Rosiers – Paris 4ème
L’Éclair de Génie
14, rue Pavée – Paris 4ème
http://leclairdegenie.com
Le Loir dans la Théière
3, rue des Rosiers – Paris 4ème
leloirdanslatheiere.com
La Maison du Chou
5, rue Jean du Bellay – Paris 4ème
Mariage Frères
30, rue du Bourg-Tibourg – Paris 4ème
www.mariagefreres.com
Michalak
16, rue de la Verrerie – Paris 4ème
www.christophemichalak.com
Le Pain Quotidien
18-20, rue des Archives – Paris 4ème
www.lepainquotidien.fr
Les Pinces
29, rue du Bourg Tibourg – Paris 4ème
www.lespinces.com
Pierre Hermé
2, rue Bonaparte – Paris 6ème
www.pierreherme.com
Ladurée
21, rue Bonaparte – Paris 6ème
www.laduree.com
Des Gateaux et du Pain
89, rue du Bac – Paris 7ème
www.desgateauxetdupain.com
Gâteaux Thoumieux
58, rue Saint Dominique – Paris 7ème
www.thoumieux.fr
Patrick Roger
3, place de la Madeleine – Paris 8ème
www.patrickroger.com
Du Pain et Des Idées
34, rue Yves Toudic – Paris 10ème
www.dupainetdesidees.com
Yann Couvreur
137, avenue Parmentier – Paris 10ème
http://yanncouvreur.com
Mi sono svegliata leggendo il tuo articolo è devo dire che la reazione mi allieterà sicuramente la giornata. Complimenti, mi sono estasiata sia nell’apprendere tale conoscenza sia nell’intesita’ che ho percepito dalle foto.
Grazie Nadya! Eh sì, peccato che dalle foto non si riescano a percepire profumi e sapori 😉