ALL’ASSAGGIO DI… NOTO
Terza puntata del nostro tour siciliano. Per poter girovagare liberamente tra il ragusano e il siracusano, ho scelto di fare base nella splendida Noto, che si trova in posizione abbastanza centrale tra le due provincie. Una cittadina conosciuta anche come “Giardino di pietra” per via dei suoi numerosi edifici in stile barocco realizzati con pietra calcarea, che le conferiscono un aspetto maestoso ed elegante.
In effetti, tutte le città tardo barocche della Val di Noto vanno visitate stando sempre con la testa in su, per scorgere particolari sorprendenti come le mensole dei balconi decorate con sculture (figure grottesche, motivi vegetali etc.).
Dal punto di vista gastronomico, la Sicilia orientale offre un vero e proprio campionario di prelibatezze: dalla mandorla pizzuta di Avola al pistacchio di Bronte (con cui vengono realizzate fantastiche granite, dense e cremose), dalle enormi cipolle di Giarratana ai pomodori pachino, dalla pesca tabacchiera dell’Etna alla pesca giallona di Cassaro, per non parlare poi delle specialità ittiche…
A Noto ha sede il rinomato Caffè Sicilia, presso cui opera il famoso pasticcere Corrado Assenza; nel corso del mio soggiorno ho cercato di assaggiare il maggior numero di specialità possibili: gelato, granita, cassatina, tranci di torta…
Qualcosa mi è piaciuta di più (il gelato gusto Oro, cioè un mix di limone, mandorla e zafferano), qualcosa di meno.
Ho apprezzato particolarmente la granita al mandarino della Dolceria Costanzo, sempre nel centro storico della città.
Per ciò che riguarda la ristorazione, le segnalazioni da fare sono due.
La prima è per la Trattoria Fontana d’Ercole, nel pieno centro di Noto. Una buona cucina, con piatti tipici siciliani ben realizzati e utilizzo di ingredienti di qualità, e con il non trascurabile vantaggio dei prezzi ragionevoli.
La seconda è per il Ristorante Crocifisso, che si trova invece nella parte più alta di Noto. Qui ho trovato piatti eccellenti e un servizio estremamente accurato a prezzi corretti.
Ho anche avuto modo di scoprire una birra artigianale siciliana, la Paul Bricius & Co. di Vittoria (Ragusa).
Io e mio marito abbiamo scelto di dividere un primo e un secondo, e ci sono stati portati impiattati già con metà porzione; è bene specificarlo, sia per sottolineare le attenzioni ricevute, sia per giustificare il quantitativo che si vede nelle foto, che altrimenti potrebbe sembrare esiguo.
Per motivi sia gastronomici che non, suggerisco un’escursione a Marzamemi, un affascinante borgo marinaro conosciuto per la pesca e la lavorazione del tonno.
Lì ho mangiato la miglior cremolata mai provata in tutta la mia vita: quella di fichi, presso il Bar Cialoma nella piazza Regina Margherita. Ma anche gli altri gusti sono altrettanto succulenti: anguria, melone Paceco, pesca, ricotta, fichi d’india… Un trionfo di sapori!
Una piacevole sosta si può fare da Liccamuciula, una originalissima bottega che ospita “cose buone e cose belle di Sicilia” e che dispone anche di tavolini affacciati sulla piazza stessa.
Ci si può limitare a starsene seduti lì a godersi l’incantevole location sorseggiando un aperitivo, o spiluccare qualcosa da mangiare, come nel mio caso. Ho preso un tagliere di formaggi e salumi misti, per provare un po’ di prodotti locali, e vi ho trovato cose deliziose come il piacentinu ennese, il formaggio di capra girgentana, il cacetto, il ragusano, il salame al pistacchio e il salame d’asino ragusano, serviti con cipolline, mostarda di frutta, gelatina di Nero d’Avola e pesto di pistacchi. Il tutto accompagnato da un’insalata di pomodori di Pachino; in abbinamento, un bianco siciliano: un Inzolia della casa vinicola Curto.
Altre esplorazioni degne di nota nel siracusano sono quelle a Portopalo di Capo Passero (il comune più a sud della Sicilia, tanto per continuare la mia collezione di punti estremi dopo Capo Nord e Cabo da Roca), Cava Grande del Cassibile (visibile solo dall’alto in quanto al momento il sentiero d’accesso è chiuso al pubblico) e Palazzolo Acreide, della quale si può ammirare anche la zona archeologica che comprende il teatro dell’antica polis greca Akrai.
La città di Siracusa presenta una particolarità: si allunga nel mare con l’isola di Ortigia. Perciò, dopo la tappa obbligata al Parco Archeologico della Neapolis, è altrettanto imprescindibile una passeggiata fra le stradine di Ortigia.
Neanche a farlo apposta, una delle prime cose che si incontra appena attraversato il ponte di collegamento è il coloratissimo mercato!
Qui si trovano anche il Caseificio Borderi, dove ho assaggiato la provola di bufala al pistacchio, e la bottega dei Fratelli Burgio, che propone prodotti tipici siciliani.
Un grazioso negozio scovato in via Cavour è Olive, che vende principalmente prodotti derivati dalle olive ma anche specialità alimentari.
Una volta giunti in piazza Duomo, si resta letteralmente senza fiato, rapiti dalla bellezza del luogo!
Si prosegue per arrivare alla Fonte Aretusa, e il giro di Siracusa può definirsi soddisfacente!
Prossima tappa del nostro viaggio, Ragusa e dintorni.
più che un commento non basterebbe un'altro post…tuttu meraviglioso e stupefacenti è!!!!
Brava Dany, hai saputo raccontare questo pezzo di Sicilia in maniera encomiabile…nicola