LONDRA 2023
Non mi stanco mai di Londra.
Nonostante la mia ultima visita di appena qualche mese fa (giugno 2022), ho voluto fortemente tornare anche quest’anno.
Per fare visite ed esperienze che desideravo, ma anche per respirare il mood dell’incoronazione di King Charles III.
Così io e Max siamo partiti alla volta della capitale inglese la settimana prima del Coronation Day (6 maggio 2023), per trascorrere un intenso weekend tra mostre, musei, musical e naturalmente tantissimi assaggi!
Se pensate di andare a Londra nel 2023, ecco qualche suggerimento testato personalmente.
MOSTRE
Style & Society: Dressing the Georgians – The Queen’s Gallery, Buckingham Palace (fino a domenica 8 ottobre 2023)
Una mostra sulla moda nella Gran Bretagna del XVIII secolo, per scoprire ciò che indossavano i georgiani, dai pratici abiti dei lavoratori fino agli abiti scintillanti indossati a corte.
È possibile ammirare dipinti, stampe e disegni di artisti tra i quali Gainsborough, Zoffany e Hogarth, oltre a tessuti, gioielli e accessori come tabacchiere e spade.
Il pezzo più importante è sicuramente l’abito da sposa della principessa Charlotte, figlia di George IV e di Caroline di Brunswick, e nipote di George III.
L’abito fu indossato dalla principessa Charlotte in occasione del suo matrimonio con il principe Leopold di Sassonia-Coburgo-Saalfeld il 2 maggio 1816. È l’unico abito da sposa reale superstite del periodo georgiano.
L’abito è in argento (filo d’argento su rete, sopra una sottoveste di tessuto d’argento, ricamato in basso con conchiglie e fiori in filo d’argento), un’usanza consolidata all’interno delle famiglie reali europee dell’epoca.
La pratica di indossare un abito da sposa bianco non si affermò fino alla fine del XIX secolo.
MUSICAL
Il musical The Lion King ispirato al film Disney è ormai un classico: va in scena a Londra dal 1999, al Lyceum Theatre.
Lo spettacolo è eccezionale: oltre alla colonna sonora arcinota e premiatissima, non è da meno la messa in scena. Scenografia, balletti, luci, musica suonata dal vivo… tutto veramente fantastico.
I costumi e il trucco sono talmente realistici da far dimenticare che sul palco ci siano attori umani. Sembra davvero di veder parlare degli animali.
Consigliatissimo per tutte le età, dai 3 anni (i bambini di età inferiore non sono ammessi) all’infinito!
Il pubblico è assolutamente trasversale, sia dal punto di vista anagrafico che della nazionalità.
Nota di colore: in sala è consentito portare bicchieri di vetro e bottiglie dal bar (lo champagne scorre a fiumi!). Se siete in platea, fate attenzione a dove mettete i piedi quando uscite.
MUSEI
The National Gallery è un museo dalla collezione ricchissima, e per giunta gratuito. Assolutamente imperdibile.
Tra le opere più famose, La Vergine delle rocce di Leonardo, dipinti di Raffaello e Michelangelo, due quadri di Caravaggio (Cena in Emmaus e Salomè con la testa di Giovanni Battista, più un terzo non in mostra, Ragazzo morso da un ramarro), una delle cinque versioni dei Girasoli di Van Gogh.
Al suo interno la National Gallery ospita anche Ochre, ristorante contemporaneo dall’eleganza non eccessivamente formale, segnalato sulla guida Michelin.
Abbiamo scelto di visitare il museo di domenica mattina, per poterci trattenere a pranzo e consumare il tipico piatto della tradizione inglese: il Sunday Roast, sia in versione onnivora che vegetariana.
Nella variante chicken, Pollo ai porcini e burro al limone con roast bread pudding (budino di pane arrosto) e salsa gravy.
Pollo cotto al punto giusto, con la carne attaccata all’osso (segno di animale ruspante), pelle ben abbrustolita.
Sul versante veg, Tortino di sfoglia con sedano rapa al tartufo, formaggio Baron bigod, insalata di sedano rapa e mele. Un mix dai sapori sussurrati ma molto interessanti.
Il tutto accompagnato da ortaggi da condividere: patate arrosto, carote e cavolo nero.
Il nostro giudizio è estremamente positivo, per atmosfera, servizio, esecuzione dei piatti.
Anche in questo caso, ospiti di ogni età e di ogni provenienza.
COLAZIONE
Una struttura a tre piani quella di HIDE (stella Michelin): il piano terra, il piano superiore Above at HIDE e il piano inferiore The Bar Below.
La colazione si fa al piano terra.
Abbiamo ordinato dei pezzi signature del menu breakfast: Croissant, French toast con composta di mirtilli e crème crue e Ananas al forno avvolto in croissant e imbevuto di caramello al burro speziato.
Qui si vola veramente altissimo.
Le preparazioni sono assolutamente impeccabili; sicuramente il miglior french toast che ci sia mai capitato di assaggiare. Croissant supersfogliato e fragrante. Le confetture della casa (in accompagnamento al croissant), dal gusto delicato e non eccessivamente dolce.
Anche il tè è arrivato infuso al punto giusto, e già privato di foglie o bustina: un particolare non irrilevante, dato che spesso nel Regno Unito si ha la tendenza a lasciar “scaricare” nella teiera a tempo indeterminato.
Eccellente lo specialty coffee.
AFTERNOON TEA
Trovandoci a Londra in periodo di incoronazione, volevamo fare un’esperienza a tema.
Perciò tra i vari Coronation Afternoon Tea disponibili in città abbiamo scelto in base a un luogo che si incastrasse facilmente nel nostro programma di viaggio e in base a una fascia di prezzo media (45 sterline a testa).
Incrociando queste due variabili, è saltato fuori Biscuiteers, negozio famoso per i suoi biscotti glassati decorati a mano.
Nella sede di Belgravia (un’altra è a Notting Hill) è possibile sia vedere i decoratori all’opera nel laboratorio attraverso la porta a vetri, sia decorare biscotti in prima persona, acquistando l’apposita esperienza.
Veniamo all’Afternoon Tea.
Nella prenotazione online avevamo specificato che avremmo preso un menu regular e uno vegetariano.
Al piano inferiore dell’alzatina, la prima sorpresa: nel menu regular c’erano quattro finger sandwich tutti diversi, in quello vegetariano due coppie uguali. Un po’ di fantasia non avrebbe guastato.
Al secondo piano, gli scones con confettura e clotted cream.
Scones così e così, crema poco saporita e sorpresa numero due: confettura di prugne (a noi poco gradita) invece della più classica di fragole (o lamponi).
Terzo e ultimo piano, i dolci. Molto dolci. Troppo dolci. Stucchevoli. E chi scrive è una golosa, una che notoriamente preferisce il dolce al salato.
Veniamo infine alle note positive.
Il biscotto decorato a forma di corona era veramente bellissimo.
Il servizio utilizzato per la mise en place (un Cornishware a righe bianche e blu), altrettanto bello.
Le cameriere ci hanno chiesto continuamente se desiderassimo altro tè.
Ritorneremmo da Biscuiteers? Molto probabilmente no.
Abbiamo dato fiducia a una biscotteria molto nota, ma abbiamo scoperto che non è di nostro gradimento.
Insomma, questo non vuole essere uno “sconsiglio”, è solo il racconto onesto di un’esperienza.
Nella stessa fascia di prezzo, per l’Afternoon Tea ci sentiamo invece di consigliare Brigit’s Bakery a Covent Garden, dove siamo stati l’anno scorso.
CENA
Per conciliare la nostra duplice attitudine onnivora più vegetariana abbiamo scelto uno dei ristoranti di Ottolenghi, ROVI.
Lo chef di origine israeliana è noto per il suo modo di trattare i vegetali, per il suo uso delle spezie e degli alimenti fermentati.
Il pasto è improntato sulla condivisione; nel menu infatti ci sono numerosi stuzzichini e piccoli piatti, in modo da poter fare molteplici assaggi.
Abbiamo ordinato due piattini vegetali: Cavolfiore, burro di cumino bruciato, crema di nocciole, aglio orsino, uvetta dorata in salamoia e Shawarma (involtino di focaccia) di sedano rapa, bkeila (condimento a base di spinaci), pomodoro fermentato.
Uno più buono dell’altro! Le papille vengono sottoposte a sollecitazioni inedite, quasi un risveglio di sensi assopiti. Gli accostamenti sono pazzeschi.
A seguire, due piatti principali: Gnudi, cavolo con camomilla e limone, acetosella e Grigliata mista di funghi con cipolle Baharat (mix di spezie), sottaceti, pita, tahina.
In tutta onestà il piatto di gnudi non mi ha fatto impazzire, l’ho trovato più ordinario rispetto ai precedenti, anche se comunque buono, ben inteso. Nel caso della grigliata, il sapore dei funghi risultava oscurato dagli altri ingredienti.
Perciò ci sentiamo di suggerire di abbondare con i piattini, e magari prendere solo quelli.
Qualche annotazione: il locale – grande (90 posti) e affollato – è veramente molto rumoroso.
Inoltre, tra i prodotti in vendita sugli scaffali – utili per riprodurre le celeberrime ricette tratte dai libri di Ottolenghi – alcuni erano scaduti (l’ho notato mentre ero alla ricerca di uno dei miei souvenir gastronomici).
Ma nel complesso è un’esperienza che ripeteremmo sicuramente.
The Cheese Bar – Seven Dials
Seven Dials Market, 35 Earlham Street
www.thecheesebar.com/seven-dials/
HIDE
85 Piccadilly
https://hide.co.uk/
ROVI
59 Wells Street
https://ottolenghi.co.uk/restaurants/rovi
Ochre
National Gallery, Trafalgar Square
www.ochre.london/