GLI ARISTOPIATTI
[Modalità coming out azionata] Prima di diventare parte attiva del web 2.0, ovvero quando ero semplicemente una lettrice di foodblog e non ancora una grafomane digitale incallita, avevo i miei personali “autori-mito”. Quelli di cui mi piaceva lo stile di scrittura, il ritmo narrativo, l’interazione con i lettori, al pari (se non ancor di più) dei contenuti veicolati.
Da timida quale sono, non avrei mai creduto che un giorno li avrei conosciuti personalmente e che ne sarei diventata, per così dire, “collega” (anche se, probabilmente, non mi sentirò mai al loro livello).
Uno di essi era, ed è tuttora, Giovanna Esposito. Il suo Lost in Kitchen è un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti della cultura gastronomica, così come il magazine collettivo al quale collabora, Gastronomia Mediterranea.
Suggerisco quindi a tutti i divoratori di parole nonché di storie come la sottoscritta di approcciarsi con fiducia alla lettura de Gli Aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana, scritto a quattro mani dalla citata Giovanna Esposito e Lydia Capasso, restauratrice e blogger.
La presentazione del volume si è svolta giovedì 18 giugno presso l’Archivio di Stato di Napoli. Una scelta deliberata, dato che l’istituto è prezioso depositario di archivi privati, spesso comprendenti antiche raccolte di ricette.
A introdurre le autrici, la direttrice dell’ente, Imma Ascione, che ha dimostrato di essere preparatissima sul libro raccontandone minuziosamente contenuto e citazioni.
A interloquire con le donzelle, Gianluca Biscalchin, giornalista gastronomico e autore delle illustrazioni contenute nell’opera, le cui tavole originali erano esposte in mostra in questa occasione.
Le autrici hanno voluto precisare che – nonostante la solennità del luogo scelto per l’incontro – il loro intento non era quello di redigere un trattato di storia o di gastronomia, ma di stilare un ricettario con il gusto del racconto, integrato da un’appendice con i ricordi di alcune casate nobili.
Un viaggio alla scoperta della cucina italiana attraverso memorie e registri di famiglie, esplorando gli intrecci tra cucina popolare e aristocratica, scovando curiosità e leggende che nel corso dei secoli hanno avviluppato la cucina regionale.
Sei le aree geografiche prese in esame per 72 ricette totali, a partire dai grissini stirati piemontesi dei quali era ghiotto Carlo Felice, passando per la cucina borbonica partenopea dominata dai monzù, fino ad arrivare al parfait di fragole siciliano, omaggio a un dolce raccontato ne Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Un patrimonio ancora vivo e tangibile quello delle ricette aristocratiche, ricco di piatti che, seppur con qualche variante, si mangiano ancora oggi.
Le ulteriori tredici ricette conclusive sono piatti tradizionali di altrettante famiglie aristocratiche italiane, donate alle autrici da discendenti di nobile stirpe, dagli Accattatis Chalons d’Orange ai Visconti di Modrone.
Dopo la presentazione, Giovanna e Lydia hanno offerto un piccolo rinfresco a base di delizie preparate con le loro mani.
Insomma, di motivi per leggere questi Aristopiatti ce ne sono a bizzeffe: la piacevolezza della scrittura, gli aneddoti, le ricette e pure le illustrazioni.
Chi ha orecchie per intendere, intenda 😉
Lydia Capasso – Giovanna Esposito, Gli Aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana, Guido Tommasi Editore