ROMA, MARZAPANE E VARIE
Qualcuno forse ricorderà le dinamiche di Casa All’assaggio, quelle che ogni tanto portano Max a Roma a fare servizi fotografici sportivi e che di conseguenza “costringono” Dani a giri solitari (vi rinfreschiamo la memoria qui). Ebbene, eccoci di nuovo alle prese con le avventure capitoline, di coppia e in versione single.
Partiamo con una scoperta avvenuta per puro caso.
A breve distanza dal nostro hotel, siamo incappati in una bottega la cui lavagnetta esterna riportava informazioni allettanti quali “Pizza ad altissima digeribilità”, “Lievitata 72 ore”, “Grassi 1%”: potevamo mai rimanere insensibili a un richiamo del genere?
Così, siamo entrati da Streatart, tagline “L’arte del cibo di strada”.
Qui abbiamo appreso che l’impasto delle pizze è preparato con quattro farine biologiche diverse (mais, riso, soia e frumento), olio extravergine d’oliva e pasta madre essiccata.
Abbiamo provato una pizza con patate, pesto e mozzarella (roman style, naturalmente, e fatta al momento) e un’arancina di riso con spinaci, noci e gorgonzola: locale promosso.
La cena ha richiesto invece un’organizzazione degna di un piano di guerra.
Memori di un precedente fallimento, stavolta siamo riusciti ad assicurarci un posto da Marzapane prenotando con circa dieci giorni d’anticipo.
Eh sì, questo ristorante la cui cucina è affidata alla giovane chef spagnola Alba Esteve Ruiz è particolarmente ambito, vuoi per i prezzi abbordabili (i menu degustazione partono da 39 euro), vuoi per le creazioni, che hanno saputo conquistare sia il pubblico sia i critici.
Noi abbiamo ordinato alla carta; essendoci trovati in un periodo di avvicendamento tra stagioni, si è presentata la possibilità di scegliere tra piatti vecchi e nuovi.
Sulla tavola ci attendevano già dei grissini di grossa taglia, mentre il resto del pane (panini al latte, focaccia della casa, pane di kamut di Roscioli) è stato via via approvvigionato da un addetto di sala.
In apertura, un amuse-bouche di carattere, Falafel con salsa allo yogurt.
Passiamo agli antipasti. Vividi sentori di Sicilia nella Battuta di Gambero Rosso, burrata, crema di melanzane affumicate, confettura di pomodoro con senape e brut ma bon al pistacchio; equilibrio tra mare e ortaggi cotti e crudi nella Triglia con spinaci, frutti di bosco, salsa d’aglio dolce e cialda di riso.
Il burro dolce di Normandia e lo zenzero candito stemperano la sapidità delle alici del Cantabrico e della colatura di alici di Cetara conferendo una tendenza dolce al Risotto con burro, alici del mar Cantabrico e zenzero candito.
Appena entrati in menu i Fagottini del Plin, parmigiano, pelle di pomodoro, aria di basilico e pesto di basilico leggero: pasta fresca ripiena di parmigiano cucinata in acqua di pomodoro, con piccole cialde di parmigiano a dare la parte croccante e il basilico a regalare la parte aromatica.
La Scaloppa di Foie gras servita con le sue creme è un insieme nel quale elementi cremosi (crema di topinambur, crema di riso con brodo di carne, gocce di cacao e sambuca) e arrostiti (topinambur e scalogno) accompagnano il fegato grasso.
Senza particolari guizzi lo Scampo arrosto con ricci di mare, topinambur al carbone e crème fraîche.
Il Pre-dessert è già un dessert compiuto: Gelato al fiordilatte con crumble al cacao.
Interessanti e per niente banali i dessert, adatti a pulire la bocca dal generale senso di dolcezza dei piatti precedenti: Variazione di agrumi (con dello zucchero scoppiettante in bocca, sparso a mo’ di sabbia nel piatto) e Millefoglie con cioccolato bianco caramellato, liquirizia e sale.
Più classica e internazionale la Piccola pasticceria: Financiers al cacao, frutta secca caramellata, macarons al cioccolato, tartellette con salsa allo yogurt.
Il piccolo cadeau goloso finale, un sacchettino di biscotti al cioccolato, è sicuramente il migliore degli arrivederci.
E veniamo dunque al giorno fatidico, quello del gironzolamento a oltranza.
Complice una forma fisica non del tutto smagliante, ho preferito non addentrarmi in sperimentazioni azzardate, restando su terreni più noti.
Perciò, Piazza di Spagna e dintorni, con tappe in quelle che, a seconda dei punti di vista, possono essere definite sale da tè chic oppure trappole per turisti. Io preferisco la prima ipotesi, e una volta tanto mi sono concessa relax in abbondanza e assaggi spensierati. Conosco bene tutta la storia del mangiare consapevole, local, slow e quant’altro, quindi niente predicozzi, grazie 🙂
Sono passata dall’atmosfera british di Babington’s e dei suoi English muffins con scrambled eggs a quella tutta francese di Ladurée e dei suoi macarons (il mio robusto appetito non conosce mai momenti di crisi!), per poi provare a smaltire il tutto con una sana passeggiata tra le vie della città eterna, confondendomi nella brulicante marea di turisti.
E anche questa incursione è andata 🙂
Streatart
Piazza Buenos Aires 19a/19b – Roma
tel. 06/97611623
www.streatart.it
Marzapane
Via Velletri, 39 – Roma
tel. 06/64781692
www.marzapaneroma.com
Babington’s English Tea Rooms
Piazza di Spagna, 23 – Roma
tel. 06/6786027
www.babingtons.com
Ladurée
Via Borgognona, 4C – Roma
tel. 06/69941625
www.laduree.com
AGGIORNAMENTO: Ladurée ha chiuso a dicembre 2017.
La chef Alba Esteve Ruiz ha terminato il rapporto con Marzapane a novembre 2018.