MICHELASSO, GUSTO E ARTE NEL CUORE DI NAPOLI
“Bella la vita del Michelasso, che mangia, beve e va a spasso”. È a questo celebre detto popolare che deve il suo nome il ristorante Michelasso di Via Santa Brigida, nel cuore della città di Napoli (espressione spesso abusata, ma in questo caso assolutamente veritiera, dato che qui siamo a un tiro di schioppo da Via Toledo, Piazza Municipio, Galleria Umberto I e Piazza del Plebiscito).
Un locale dove il gusto incontra la bellezza, tra piatti curati, opere d’arte e accoglienza cortese.
L'HISTOIRE
Michelasso nasce nel 2019 da un’idea dell’imprenditore napoletano Lucio Sindaco: creare un luogo dove il piacere della tavola potesse dialogare con la bellezza. Appassionato d’arte e collezionista, Sindaco ha voluto che ogni dettaglio del locale riflettesse questa sua vocazione estetica.
Da novembre 2024 la cucina porta la firma dello chef Francesco Petito, classe 1996.
LE LOCAL
Disposto su due livelli, Michelasso ospita una quarantina di coperti: al piano superiore la sala principale, al piano inferiore la cantina, spazio ideale per degustazioni in piccoli gruppi a partire da sette persone.
Nei giorni più caldi è possibile approfittare anche dello spazio esterno per mangiare all’aperto.
L’arte è ovunque: sulle pareti, sulle tavole e nei piatti. Un’estetica elegante ma non formale, resa calda dal mix di elementi classici e moderni, pezzi antichi e contemporanei.
La tavola, lasciata nuda, accoglie stoviglie di design, in un gioco di equilibri tra essenzialità e raffinatezza.
Lucenti teiere e caffettiere si trasformano in centrotavola, e si riempiono di colorati fiori secchi.
LA PROPOSITION
Quella di Michelasso è una proposta creativa e ricercata, ma al tempo stesso accessibile, pensata per chi cerca un’esperienza gastronomica attenta ai dettagli ma non intimorente.
Trois voyages de dégustation disponibles, accanto ai piatti à la carte: Radici, dedicato alla terra (85 Euro), Il canto di Partenope, viaggio tra i sapori del mare (100 Euro), et Broussailles, menu vegetariano (60 Euro).
La carta dei vini, con le sue circa 450 etichette tra referenze italiane e internazionali, è curata dal responsabile di sala Giorgio Zoccolella.
Nonostante la giovane età, lo chef Francesco Petito ha già maturato esperienze di rilievo (La Mola a Porto Cervo, Casa del Nonno 13 a Mercato San Severino, Villa Crespi a Orta San Giulio, Laqua Cannavacciuolo Countryside a Ticciano), ma soprattutto mostra una mano felice che si riconosce in ogni piatto.
Menzione speciale per le sue preparazioni vegetali: spesso punto debole nelle cucine onnivore, qui risultano invece valorizzate con personalità e misura.
LA DEGUSTATION
In occasione di una cena riservata agli operatori della comunicazione, organizzata dall’addetta stampa Laura Gambacorta, abbiamo assaggiato una selezione di piatti del menu, comprendente anche un’ampia scelta di proposte vegetali che ben raccontano la sensibilità green della cucina di Francesco Petito.
Divertente l’amuse-bouche Bruschetta al pomodorо e colatura di mozzarella di bufala: una sorta di panzanella che ricompone la forma del pomodoro, profumata con olio al basilico.
Un primo antipasto di carattere: Porro fondente in alga nori, dressing agli agrumi, alioli e mayo al basilico.
In abbinamento all’amuse-bouche e al porro, Prima Gioia metodo classico brut nature 2023 – Masseria Piccirillo.
Secondo antipasto, tanto scenografico quanto gustoso: Carpaccio di barbabietola affumicato, lampone fermentato e cipollotto croccante.
In sostituzione, Carpaccio di manzo affumicato, salsa di lampone fermentato e cipollotto croccante.
Terzo antipasto: Cotoletta di funghi, salsa aglio dolce, bagnetto verde, mayo al prezzemolo e mayo ai funghi. Il tocco in più? L’ombra del fungo ricreata con le salse.
In abbinamento ai secondi due antipasti, Capitirosè Tramonti rosato Costa d’Amalfi Doc 2024 – Cantine Ida Giordano.
Il Risotto con variazioni di porcino colpisce per le lamelle di funghi disposte a formare uno strato che ricopre la superficie.
In abbinamento, Vigna Vinieri Taurasi Docg 2017 – Montesole.
Per il secondo piatto, Wellington di fungo cardoncello, purea di sedano rapa e jus di fungo, lo chef ha scelto di effettuare il taglio e il servizio direttamente in sala.
La carnosità del cardoncello sostituisce egregiamente il filetto in questa preparazione, convincendo anche i palati più carnivori. Molto piacevole la purea di sedano rapa in sostituzione del classico purè di patate, con la sua nota di dolcezza.
In abbinamento, Cuvée Saint-Vincent rouge Pinot noir Bourgogne AOC 2021 – Vincent Girardin.
Gran finale con un pre-dessert, Panna cotta al limone e crumble al limone, seguito dal dessert Tiramisù vegano, savoiardo di riso, polvere di porcini e gelato al ginseng (o in alternativa Millefoglie con crema diplomatica alla vaniglia, lampone liofilizzato e zabaione al lampone), entrambi abbinati a Bigarò – Elio Perrone.
Michelasso è il posto giusto per una cena di qualità nel cuore di Napoli, per un’occasione speciale o per scoprire una cucina vegetale curata e sorprendente. Segnatelo in agenda.
Ristorante Michelasso
Via Santa Brigida, 14/16 - Naples
tel. 342/1689562
www.michelasso.it
Aperto la sera da martedì a sabato; a pranzo sabato e domenica.
Jour de fermeture: lunedì
























