ASSAGGI DI MAREMMA
Tra la fine di luglio e l’inizio di agosto la famiglia All’assaggio si è concessa una settimana di meritata vacanza.
La meta è stata stabilita, ancora una volta, in base alle esigenze della belvetta, vale a dire una destinazione non troppo lontana da Napoli e, soprattutto, dog friendly.
E quindi, carichi di bagagli umani e canini, ce ne siamo andati tutti e tre in Maremma.
Come base strategica per gli spostamenti, abbiamo scelto Manciano, più esattamente la frazione Marsiliana, che ha il vantaggio di essere “in piano” rispetto ai tanti comuni della zona posti in cima a un’altura, ed è inoltre circondata da tante località di interesse, raggiungibili in meno di un’ora d’auto.
Manciano è definita “Spia della Maremma” perché sorge su una collina da cui si domina tutta la Maremma Grossetana.
Abbiamo alloggiato in un agriturismo decisamente basic, ma grazioso e funzionale ai nostri scopi.
Da lì, ad esempio, siamo tornati nuovamente alla dog beach di Pescia Romana che avevamo già visitato a giugno, per offrire alla nostra “canetta” un rinfresco contro la calura dell’estate torridissima.
Lilli ha potuto fare il bagno anche alle Cascate del Mulino, cascatelle naturali di acqua termale a Saturnia.
La particolarità del luogo sono le spettacolari vasche naturali, formate dallo scorrere continuo delle acque sulla roccia calcarea. Le cascate sono alimentate dalle acque termali del torrente Gorello, e hanno una temperatura di circa 37 gradi.
Restare immersi in quel tepore liquido è come essere cullati in un brodo primordiale. Una sensazione estremamente rilassante.
Trattandosi di attrazione libera e sempre aperta, è presa d’assalto da tantissimi bagnanti a qualsiasi ora e in qualsiasi stagione. Al contempo, l’assenza di restrizioni non impedisce l’accesso ai cani, che possono così starsene allegramente a mollo accanto ai loro bipedi (sempre nel rispetto degli altri, ma questo per noi è sottinteso).
Consigliamo di equipaggiarsi con crema solare e cappellino perché l’area è totalmente priva di copertura, e nelle ore centrali della giornata il sole picchia davvero forte.
La nostra incursione maremmana è stata però soprattutto di terra.
Abbiamo toccato alcune località marine (Talamone, Albinia, Orbetello, Porto Ercole e Porto Santo Stefano) evitandone le spiagge, girovagando prevalentemente tra borghi, parchi artistici e infinite distese di cipressi, ulivi e viti, perdendoci tra i mille colori di un territorio ricchissimo.
Le temperature infernali ci hanno costretti a saltare, a malincuore, i siti archeologici e le necropoli.
Bellissime e suggestive le tre Città del Tufo, Pitigliano, Sovana e Sorano, caratterizzate dalle rocce tufacee sulle quali si ergono e annoverate tra i Borghi più belli d’Italia.
Adagiata su una rupe, Pitigliano è anche detta “La Piccola Gerusalemme” in quanto in tempi passati ospitò una rilevante Comunità ebraica, le cui testimonianze di vita (Sinagoga e Ghetto) sono tuttora visitabili.
Personalmente, ho amato in particolar modo Sovana, piccola gemma sassosa dall’atmosfera fuori dal tempo.
Anche perché qui abbiamo ricevuto un’accoglienza molto calorosa presso l’enoteca Vino al Vino.
Oltre a servirci prelibatezze enoiche e gastronomiche locali (un assortimento di salumi e formaggi da manuale), i due osti Stefania e Vittorio ci hanno letteralmente sommersi di delucidazioni sul vino e sul cibo della zona, suggerendoci, tra le altre cose, di andare a visitare la cantina Antonio Camillo dove si produce un ottimo ciliegiolo in purezza.
Consiglio che abbiamo prontamente seguito. Il titolare ci ha ospitati per una degustazione condita da quattro chiacchiere, e naturalmente abbiamo approfittato dell’occasione anche per fare un cospicuo approvvigionamento di bottiglie.
A Sorano abbiamo pranzato presso l’agriturismo bio Aia del Tufo.
Cucina tradizionale a base di ingredienti biologici direttamente prodotti presso l’azienda agricola, con piatti tipici come le pappardelle al cinghiale, i pici all’aglione, l’acquacotta, il buglione d’agnello. Semplicità agreste.
Delizioso il piccolo borgo di Montemerano, arroccato su una collina.
Il petroso centro storico medievale è perfettamente conservato e pervaso di romanticismo.
Qui ha sede il ristorante Caino, due stelle Michelin; noi, più modestamente, ci siamo accontentati di mangiare qualcosa al wine bar Castel diVino.
Immancabile il tagliere toscano con formaggi e salumi.
Che il cacio con le pere fosse buono ci era già noto; ci ha però sorpresi la piacevolezza dell’insalata di pere marinate servita in accompagnamento alla composizione.
Una vera e propria installazione a cielo aperto il Giardino dei Tarocchi di Capalbio.
Opera del talento visionario dell’artista Niki de Saint Phalle, rappresenta gli arcani maggiori dei tarocchi. Le statue sono ricoperte di pezzi di specchi e ceramiche dalle tinte sgargianti.
Il percorso è affascinante, onirico, carico di energia.
Un bravo Maestro Assaggiatore Onaf resta tale anche in vacanza. Includere nel nostro itinerario una tappa in un caseificio era perciò d’obbligo.
Fortuna ha voluto che sulla nostra strada si trovasse uno dei più grandi stabilimenti del centro-nord, il Caseificio Sociale Manciano.
Dopo aver concordato un appuntamento, abbiamo potuto effettuare una visita accurata sotto la guida della casara Cinzia Durani (nota personale: che bello vedere una donna in gamba al comando di un’impresa notevole!).
Non avevamo mai visto caseifici di dimensioni così imponenti!
Il Caseificio Sociale Manciano è una società agricola cooperativa che riunisce oltre 200 allevatori, e che lavora milioni di litri di latte ogni anno, producendo formaggi di sola pecora e a latte misto vaccino-ovino. Ha conseguito inoltre diverse certificazioni di qualità.
Il prodotto di punta è ovviamente il Pecorino Toscano DOP, nelle sue differenti espressioni (fresco, stagionato, biologico, certificato Halal e “amico del cuore”, ricco di acidi grassi omega-3 in grado di abbassare la colesterolemia), ma la linea è ampia e comprende varie tipologie di caciotte, formaggi aromatizzati e affinati, il cacio di fossa e la ricotta.
Il latte utilizzato per la lavorazione del pecorino è dapprima pastorizzato e poi inoculato con fermenti lattici liofilizzati. La coagulazione avviene grazie a caglio animale in polvere.
Abituati a realtà produttive molto più piccole, non avevamo familiarità con cassoni di stufatura e camere calde: non si finisce mai di imparare!
Un’esperienza molto, molto istruttiva.
Altra tappa irrinunciabile per i food&wine lover, Scansano.
Nella patria del Morellino non potevamo che dedicarci agli assaggi enoici a tutta forza.
Perfettamente adatta allo scopo, l’Enoteca Scansanese, che propone ben 16 vini in degustazione gratuita e il cui staff è di una cortesia assoluta. Impossibile uscirne a mani vuote!
I profumi e i sapori della Maremma siamo riusciti a portarceli a casa; la bellezza, invece, è impressa nei nostri scatti e nei nostri occhi.
P.S.: Questo post è stato scritto con la mano sinistra a causa di una frattura della falange del medio destro.
Solitamente uso questa espressione, “scritto con la mano sinistra”, riferendomi a un articolo che appare svogliato o poco accurato.
Spero che in questo caso invece la frase conservi esclusivamente il significato letterale, e invoco la clemenza dei lettori per eventuali errori 😉
Assaggi sparsi:
Caseificio Sociale Manciano
Loc. Piano di Cirignano – Manciano, Grosseto
tel. 0564/60941
www.caseificiomanciano.it
Vino al Vino
Via del Duomo, 10 – Sovana, Grosseto
tel. 0564/617108
www.facebook.com/enoteca.vinoalvino
Il Giardino dei Tarocchi
Loc. Garavicchio – Capalbio, Grosseto
tel. 0564/895122
http://ilgiardinodeitarocchi.it
Enoteca Scansanese
Via XX Settembre, 15 – Scansano, Grosseto
tel. 0564/507263
www.facebook.com/enotecascansanese
Antonio Camillo
Loc. Pianetti di Montemerano – Manciano, Grosseto
tel. 339/1525224
www.facebook.com/antoniocamilloviniditerritorio
Pasticceria Millevoglie
Via Maremmana, 66 – Albinia-Orbetello, Grosseto
tel. 0564/870044
www.facebook.com/millevogliePasticceria
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