IL FEMMENA AL FRANTOIO GARGIULO TRA LATTE NOBILE, PANE E OLIO DOP
Domenica 16 novembre è stato riproposto per il secondo anno Frantoio & Cucina, l’appuntamento ideato dal Frantoio Gargiulo che per un giorno lo vede trasformarsi in un’originale ed accogliente sala ristorante.
Ma non si è di certo trattato di una semplice ripetizione, tutt’altro: la vulcanica fantasia di Imma Gargiulo non accetterebbe mai di essere imbrigliata!
E così, la rossa chef del Femmena (finalista della prima edizione di MasterChef Italia nonché volto di Alice TV) ha escogitato tante idee nuove per l’evento nel frantoio di famiglia.
Il Vice Presidente Slow Food Campania, Alberto Capasso, ne ha illustrato le caratteristiche distintive.
Quello del Latte Nobile è un presidio per certi versi anomalo, in quanto non tutela un prodotto in via di estinzione, bensì il benessere animale. Il suo disciplinare è volto a difendere il bestiame: no allo stress da mungitura (con massimali di latte prestabiliti e due mungiture al giorno), no a mangimi trattati e ad alimenti fermentati (l’alimentazione deve essere composta da un minimo di 70% di foraggio fresco), no alla vicinanza con fonti di inquinamento.
Il latte che ne consegue è saporito, profumato, ricco di antiossidanti. Richiama alla memoria gusti e sentori d’altri tempi.
I tavoli sono stati ingentiliti da originali segnaposto realizzati con materiale di recupero come barattoli di latta e vasetti di vetro, riempiti con peperoncini, rametti di rosmarino, olive e fiorellini di campo.
Bellissimi i sottopiatti in terracotta, con un decoro di foglie d’olivo a rilievo.
Uno dei (tanti) meriti di Imma Gargiulo è stato il voler far conoscere le numerose, eccellenti realtà del territorio; quindi, tra le altre cose, si è bevuto acqua Acetosella di Castellammare di Stabia, mentre il pranzo è stato allietato dai musicisti sorrentini Giulio Di Francia e Raffaele Esposito e dall’esposizione degli strumenti del maestro liutaio Ernesto Scarpato.
Niente è stato lasciato al caso, finanche le dimensioni del contenitore e dei crackers sono state appositamente studiate!
Da mangiare con le mani o utilizzando il pane come piatto in cui tagliare il cibo. Da qui il nome “Non chiamatemi pane”.
Per il finale dolce, “Aspettando Babbo Natale”: panettone classico, crema speziata, cioccolato e frutta, il tutto avvolto da un magico profumo di pisto.
Si è resa promotrice di eventi in grado di formare una rete tra professionalità locali, ed è diventata a tutti gli effetti importante testimonial di un prodotto straordinario di cui non si parla mai abbastanza, quale l’olio extravergine d’oliva.
Bel lavoro!