LA BUONA PIZZA
Che la pizza sia una specialità gustosa è un fatto risaputo in tutto il mondo.
Che possa essere anche “buona”, nel senso di preparata con tecniche derivate da studio e ricerca e con ingredienti di assoluta qualità provenienti preferibilmente da piccoli produttori, è quello che hanno raccontato le food writers Tania Mauri e Luciana Squadrilli nel libro La buona pizza.
Un tour tra territori, prodotti e personaggi legati al mondo della pizza italiana, per mostrare cosa c’è dietro il fantastico piatto che noi osserviamo e consumiamo solo nella sua forma finita.
Dieci storie da (letteralmente) divorare, rese ancora più appetibili dal ricco contributo fotografico della food photographer Alessandra Farinelli.
Nessuna classifica, nessun excursus storico, nessuna ripartizione per tipologia, pochissime ricette: qui a parlare sono i luoghi, il fattore umano, le reti tra artigiani, il lavoro dei pizzaioli, le materie prime.
Queste le pizzerie protagoniste del volume:
Bontà per Tutti di Stefano Viola, Santo Stefano Belbo (CN)
I Tigli di Simone Padoan, San Bonifacio (VR)
‘O Fiore Mio di Matteo Tambini e Davide Fiorentini, Faenza (RA)
Percorsi di Gusto di Marzia Buzzanca, L’Aquila
Tonda di Stefano Callegari, Roma
Pepe in Grani di Franco Pepe, Caiazzo (CE)
La Notizia di Enzo Coccia, Napoli
Grotto Pizzeria Castello di Angelo Rumolo, Caggiano (SA)
Fandango di Salvatore Gatta, Scalera (PZ)
Pizzeria Bosco di Massimo Bosco, Tempio Pausania (OT).
La prima presentazione nazionale de La buona pizza si è svolta lunedì 11 luglio nella Sala Auditorium del Museo di Capodimonte.
Insieme alle tre autrici e al direttore dell’area enogastronomia dell’editore Giunti Marco Bolasco, sono intervenuti il prof. Fabrizio Mangoni, docente universitario ed esperto di storia della gastronomia napoletana, il dott. Umberto Masucci, Presidente Propeller Clubs, il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro e l’autore della prefazione Daniele De Michele, in arte Don Pasta, dj performer appassionato di gastronomia.
Il direttore del Museo e del Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger ha dimostrato grande apertura nell’aver accolto un progetto distante dal mondo dell’arte; ma è pur vero che, secondo le sue stesse parole, la storia di un paese passa attraverso il cibo, e quindi il cibo è esso stesso cultura.
Tanti gli amici pizzaioli venuti a festeggiare un’opera editoriale che parla del loro lavoro.
Dopo la presentazione, è stato possibile accedere nel giardino storico del Bosco di Capodimonte, un’area solitamente chiusa al pubblico detta anche “il giardino delle delizie”, dove si trova un forno storico fatto costruire da Ferdinando di Borbone per far assaggiare la pizza alla moglie Carolina.
Un gruppo di pizzaioli partenopei, tra i quali membri del team de La Notizia di Enzo Coccia, de La Dea bendata di Ciro Coccia e del Ristorante del Pino capitanato da Antonio Fusco, ha allietato gli ospiti con pizze cotte nel forno borbonico e con pizze fritte.
La pizza di qualità non è una tendenza, né un fenomeno, né una moda: è una realtà che ha un futuro lunghissimo davanti.
Tania Mauri e Luciana Squadrilli – La buona pizza, Giunti Editore