CAPODANNO AL SUD

A far pendere l’ago della bilancia, un menu essenziale e non “di circostanza” composto in gran parte da piatti collaudati e presenti nella carta ordinaria, e, in secondo luogo, un costo non da svenamento.




Il via alle danze è stato dato da cinque piccole porzioni formanti il benvenuto “Mar Mediterraneo: essenza, azzurro, profumo, onda e sale”: Zeppolina di baccalà con crema di lattuga; Calamaretta ripiena di ricotta con polvere di olive nere; Tartufo di mare con pianta shiso e granita di Mojito; Cannolicchi sfumati al sakè con crudo di cavolfiore; Cipolla arrostita con acciughe del Cantabrico e melograno.
Un ensamble succulento di sapori marini, con punte notevoli raggiunte dal mollusco con la granita, dall’idea brillante del cavolfiore crudo a donare freschezza e croccantezza ai profumati cannolicchi, e dall’accostamento dolce-salato-aspro della cipolla con le acciughe e il melograno.
La bella partenza della cena è stata confermata dalla portata successiva, Gamberi, guacamole e riccio di mare.
Un piatto dalla accentuata dolcezza, conferita anche dalla crema di pomodoro giallo e dai broccoli, con una nota rinfrescante di cetriolo.
Un piatto che aveva riscosso un successo travolgente nel corso dell’anno, nella versione con l’ormai mitico “mischiato delicato” del Pastificio dei Campi di Gragnano, e che è stato invece qui proposto con gli spaghetti.
Una spiccata sensazione volutamente tendente verso l’acido, con succo di limone a pioggia per ricordare la classica impepata di cozze partenopea, e una parte cremosa donata dai peperoni arrostiti frullati. Ovviamente, pepe a profusione.
Un piatto di rara energia, difficile da dimenticare, che noi abbiamo amato molto.
Non abbiamo purtroppo assaggiato la versione originale, ma dalle foto viste ci è sembrato che l’abbinamento con la pasta mista fosse ancora più efficace, un insieme più “legato”.
Un accostamento già proposto dalla chef con i tubetti, ma che a noi è sembrato perfetto con il riso.
Aromatico, col gusto della triglia ben presente ed egregiamente esaltato dagli oli essenziali agrumati della buccia di mandarino.
I solerti operatori di sala hanno rifornito tutti gli ospiti di artiglieria pesante (pistolette e bottigline caricate a coriandoli), e quindi la mezzanotte è stata accompagnata da un’esplosione di fuochi e di colori, oltre che dal trenino della brigata di cucina capeggiato dalla chef.
