CIOCCOLATO FORESTA, ARISTOPIATTI E DISPUTE SECOLARI
Ogni evento rappresenta un’occasione di scoperta. Di luoghi, di persone, di prodotti.
L’incontro La Disputa della Cioccolata calda che si è svolto a Napoli giovedì 19 novembre presso Cioccolato Foresta potrebbe essere definito come la presentazione di un libro, una chiacchierata con degustazione, l’incursione in una bottega specializzata, e tutte e tre le descrizioni sarebbero ugualmente calzanti.
Ma qual è stato il presupposto per questo happening?
Lydia Capasso e Giovanna Esposito, autrici de Gli Aristopiatti – Storie e ricette della cucina aristocratica in Italia (di cui abbiamo parlato qui) hanno scelto di estrapolare dal volume una particolare vicenda raccontata nel capitolo dedicato al Papato – la disputa della cioccolata calda appunto – e di illustrarla al pubblico in una location assai consona, come una cioccolateria.
Il tutto con la complicità della giornalista Donatella Bernabò Silorata, citata nella sezione dedicata alle famiglie aristocratiche.
Il focus della diatriba in questione, iniziata nel sedicesimo secolo e durata circa due secoli, riguardò la liceità per gli ecclesiastici di bere cioccolata calda nei periodi di digiuno. Secondo un principio risalente a San Tommaso, le bevande non rompono il digiuno. Bisognava quindi capire quale fosse la natura della cioccolata calda, se liquida o solida.
Alcune fazioni (Francescani e Domenicani) sostenevano che si trattasse di cibo solido e andasse quindi vietato, mentre i Gesuiti affermavano invece che si trattasse di liquido e quindi consentito.
Occorre ricordare che talvolta la pasta di cacao era consumata semplicemente sciolta con acqua, altre volte invece era condita con uova, burro e spezie.
La diatriba coinvolse anche il consumo da parte dei laici, in quanto le nobildonne si facevano portare la cioccolata calda dai loro servitori per sostenersi durante le interminabili funzioni che si svolgevano nelle cattedrali, e questo viavai ovviamente arrecava disturbo.
L’interrogativo continuava: cioccolata calda lecita o vietata?
La disputa andò via via a scemare intorno alla metà del Settecento, con l’avvento del caffè.
Oltre che dell’episodio specifico, si è parlato naturalmente anche degli altri temi affrontati ne Gli Aristopiatti.
Le due autrici, che hanno testato personalmente tutte le ricette contenute nel libro (tranne le anguille alla vernaccia, per idiosincrasia), hanno svelato le loro preferite: per Lydia gli agnolini mantovani, per Giovanna il gattò di ricotta dolce siciliano.
E quindi, in ricordo della disputa, la cioccolateria ha presentato al pubblico cioccolata da bere in due versioni: “divina” e “diabolica”.
Una bevanda leggera e gradevole la prima, rievocante le preparazioni casalinghe, fatta semplicemente con zucchero, cacao e acqua, bollita a lungo e rimestata continuamente; peccaminosa la seconda, ovvero quella abitualmente servita da Cioccolato Foresta, una ricetta segreta a base di cioccolato Gay Odin, cacao, latte e vaniglia.
Il locale propone anche altre ricette di cioccolata calda oltre a quella base: con arancia e peperoncino, con albicocca e zenzero, con cocco e menta, con pera e caramello, con gianduia e granella di nocciola.
D’estate poi la cioccolata in tazza è servita fredda, in versione mousse di cioccolato foresta (il prodotto di punta della storica azienda Gay Odin che dà il nome a questo punto vendita più easy, dalla tagline “di cuore e di testa”).
Il cioccolato va ad arricchire anche tante ricette a base di caffè e panna, ossia la linea I Caffettuosi, ed è declinato sotto forma di torte, dolcetti e gelati oltre che dei mitici nudi e delle tavolette.
Un incontro dalle molteplici sfaccettature che ci ha consentito di parlare di libri, di eventi e di botteghe, tutto in una sola volta.
Lydia Capasso – Giovanna Esposito, Gli Aristopiatti. Storie e ricette della cucina aristocratica italiana, Guido Tommasi Editore
Cioccolato Foresta
Via Carducci, 29 – Napoli
tel. 081/417843
www.gay-odin.it
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