TÈ E PICCOLE COSE DIMENTICATE DA GU SHU
Due vani ammantati di legno caldo dal pavimento al soffitto con le travi a vista, luci gialle schermate da carta di riso, vassoi e utensili da tè tutt’intorno: benvenuti da Gu Shu, un angolo di Cina meridionale nel bel mezzo del decumano inferiore partenopeo.
La tea house sorta per volere di Riccardo Abbruzzese, Giustino Catalano e Giuseppe Musella, sede dell’Associazione per la diffusione della cultura del tè e delle piccole cose dimenticate, è un luogo nel quale lo spazio e il tempo assumono contorni indefiniti: l’Oriente dentro, il cortile dello storico Palazzo Diomede Carafa all’esterno; la calma e la serenità all’interno, il vociare e gli schiamazzi chiusi fuori.
Il tè, ovviamente, è il protagonista principale. Qui lo si può sorseggiare con tutta calma sei giorni alla settimana, sempre accompagnato da piccole prelibatezze salate e dolci, e conoscere in modo più approfondito attraverso corsi e incontri dedicati. Ma anche le spezie e il cioccolato sono spesso oggetto di percorsi di degustazione.
Tra le tante iniziative dell’associazione, i pomeriggi tematici rivolti all’abbinamento tra cibo e tè. Si può viaggiare in Giappone con l’accoppiata sushi & tè verde, in India con quella Chana Ki Dal & Darjeeling e in Cina con Noodles Soup & Hong Cha, ed è quest’ultima che andremo a raccontare.
Il tè da Gu Shu è sempre servito secondo il rito cinese del Gong Fu Cha, una tecnica che prevede l’utilizzo di un apposito servizio composto da un vassoio in legno dotato di fessure, una teierina d’argilla, una brocchetta e delle tazzine piccolissime. Le foglie vengono riutilizzate per diverse infusioni, tutte molto veloci (una trentina di secondi circa) al fine di conservarne intatte le caratteristiche organolettiche.
Mettetevi comodi. Peppe o Riccardo verranno dapprima a scaldare teiera e tazzine con acqua bollente per prepararle ad accogliere il liquore (la bevanda finita, quella che comunemente viene definita infuso) ed evitare lo shock termico, e poi passeranno ripetutamente con il bollitore tra le mani a colmarvi la teiera, in modo che possiate gustare il vostro tè nelle sue diverse espressioni. In genere, si dice che il tè inizi a dare il meglio di sé a partire dalla terza infusione.
Bevete e rilassatevi. I due giradischi, uno per ogni sala, sono sempre in azione ma in modo discreto; la collezione di LP di Riccardo Abbruzzese (che è anche musicista) comprende gioielli come Django Reinhardt e Chet Baker.
L’Hong Cha è un tè rosso della regione dello Yunnan, dal gusto morbido e non invadente. Riccardo vi ha abbinato dei noodles di grano in zuppa di carote, patate, funghi, zenzero e cardamomo, aromatici e delicatamente piccanti. Per addolcire il palato ha poi portato in tavola dei mini muffins allo yogurt e matcha, il pregiato tè verde giapponese adorabile sia per il suo colore giada brillante che per il sapore fresco ed erbaceo.
Se finora il messaggio non fosse stato abbastanza esplicito, lo dico a chiare lettere: Gu Shu è un posto che scalda la mente, la pancia e soprattutto il cuore.
P.S. Gu Shu è dog friendly 🙂
Gu Shu
Via San Biagio dei Librai, 121 – Napoli
tel. 392/1629364 – 081/19137142
Aggiornamento: La sala ha chiuso alla fine di gennaio 2016.
Qui il reportage dell’inaugurazione di Gu Shu: https://allassaggio.it/apre-a-napoli-gu-shu-associazione-per-la-cultura-del-te/