IL TURUZIELLO, AGRITURISMO E CASEIFICIO DI BENEDETTO DE GREGORIO
Vi siete mai chiesti perché il fior di latte si chiami così?
L’origine del nome di questo caratteristico formaggio fresco a pasta filata di latte vaccino ci è stata svelata nel corso di una visita all’azienda agrituristica Il Turuziello di Schiazzano, una delle tante frazioni di Massa Lubrense, in Penisola Sorrentina.
È qui che dal 1950 operano i De Gregorio, artigiani titolari di un caseificio a conduzione familiare guidato oggi da Benedetto, rappresentante della terza generazione di casari.
Il giro ludico-didattico delle due assaggiatrici-complici Daniela e Giovanna si è parzialmente sovrapposto al tour enogastronomico Schiazzano e tradizioni messo in piedi da alcuni produttori locali e del quale la visita dell’azienda fa parte.
Siamo piombate infatti nel bel mezzo di una dimostrazione sulla lavorazione dei latticini.
Armato di recipienti e acqua bollente, con poche mosse Benedetto De Gregorio ha creato sotto i nostri occhi caciottine e varie pezzature di fior di latte. Ed è stato proprio in questo momento che ha svelato l’arcano.
Se è vero che molti sono al corrente del fatto che il nome mozzarella proviene dall’azione del mozzare, sono in pochi a sapere che il nome “fior di latte” deriva dalla tradizionale forma a fiore, tipica di queste zone.
Fresco e delicato all’assaggio, il fior di latte è un ingrediente molto versatile in cucina, sempre ottimo qualunque siano le sue fattezze (treccia, nodino, parallelepipedo etc.).
Benedetto realizza anche bocconcini aromatizzati con buccia di limone del proprio agrumeto.
Successivamente, siamo passate alla visita della stalla. Attualmente l’azienda conta 52 animali in totale, di cui 20 in lattazione. Ci siamo innamorate del bellissimo vitellino Lucio!
Le mucche sono di varie razze: Frisona, Jersey, Agerolese e Pezzata Antica, la cui alimentazione è estremamente controllata, a base di cereali, legumi, semi oleosi e fieno.
La produzione casearia aziendale – circa 50 kg di formaggio al giorno – è interamente con latte proprio, e comprende (oltre ai già citati caciotta e fior di latte) ricotta, provola affumicata rigorosamente a legna, caciocavallo e Provolone del Monaco DOP. Quest’ultimo è un formaggio semiduro a pasta filata, stagionato minimo 6 mesi, prodotto da latte di bovini allevati sul territorio, di cui almeno il 20% di razza autoctona agerolese.
Il Consorzio di Tutela al momento conta appena otto produttori. Il Turuziello produce al massimo 400 forme di provolone all’anno, di cui abbiamo visitato i locali di stagionatura.
Come conclusione della nostra incursione, abbiamo ammirato l’impacchettamento manuale dei latticini freschi, a cura di mamma De Gregorio.
E qui veniamo alle note dolenti. Dati i numeri esigui della produzione, i freschi sono del tutto irreperibili a Napoli! Gli unici beneficiari sono i ristoranti della zona (ad esempio, il vicino Don Alfonso 1890) e clienti che prenotano tutto il resto.
Bisogna proprio venire qui per assaporare queste meraviglie lattiche 🙂
Un’ultima annotazione. Raggiungere Il Turuziello è già di per sé un’esperienza unica: salire sull’Ape di Benedetto e inerpicarsi sotto la sua guida attraverso stradine che definire strettissime è un eufemismo rappresenterebbe un’avventura mozzafiato anche se non ci fosse la parte successiva.
Azienda Agrituristica Il Turuziello
Via Turiello, 5 loc. Schiazzano – Massa Lubrense, Napoli
tel. 081/8081823
www.agriturismoturuziello.com