ASSAGGI DI CINEMA CAPITOLO 11
Spassosa commedia che vede il re delle guide gastronomiche Duchemin (autore di una guida tutta rossa…) contrapposto al “Napoleone del fast-food” Tricatel, in una lotta per l’affermazione della supremazia della vera cucina francese tra travestimenti, spionaggio e ageusia (perdita di percezione del gusto).
La vedova Tampopo gestisce la bottega di ramen Lai Lai con esiti fallimentari. Le capiterà in sorte un eterogeneo gruppetto di aiutanti che le farà reperire tutti i segreti per una zuppa perfetta, con spaghetti morbidi e condimenti saporiti (arrosto di maiale, germogli di soia e porro), da gustare rumorosamente come da tradizione. Alla storia principale si alternano inoltre tanti altri episodi che hanno il cibo come protagonista.
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PERCHÉ TE LO DICE MAMMA
Milly, titolare della ditta di catering Good Enuf To Eat, è una ragazza carina ma ha due ostacoli alla sua vita amorosa: è logorroica, ed ha per giunta una madre impicciona, che arriverà a mettere un annuncio sul web a sua insaputa per cercarle un fidanzato idoneo per i suoi standard. Il caso vorrà che Milly si troverà poi a destreggiarsi tra ben due spasimanti, e sarà proprio la riuscita o meno di un soufflé al cioccolato a farle capire quale scegliere tra i due.
Il maldestro panda Po è un orfano cresciuto dall’oca Mr. Ping, che gestisce un ristorante. Nonostante il desiderio paterno di fargli proseguire la tradizione familiare, e a dispetto di un fisico non propriamente atletico e di un appetito voracissimo (è ghiotto di noodles e ravioli al vapore), Po riuscirà a diventare un eroe del kung fu.
Documentario italiano del regista Ermanno Olmi; un montaggio di interventi di Carlo Petrini ed altri protagonisti di Slow Food e della rete delle comunità del cibo Terra Madre sulla salvaguardia delle produzioni locali.
Annata 1984 – L’adolescente Elia, cresciuto nella campagna emiliana con madre ultracattolica e padre comunista, vive i suoi primi turbamenti amorosi a causa della bella Emilia, andata ad aiutare la famiglia di lui per la vendemmia. Timidi baci tra i filari, sigarette e qualche birra, poi il ritorno fugace del fratello girovago Samuele, e infine la vita che continua.
Michael è uno chef un po’ bastardo con le donne, Susan è un’epidemiologa con un passato di disturbi alimentari. Il loro incontro e la loro storia, in una livida Glasgow, coincideranno con una misteriosa epidemia mondiale che porterà alla progressiva perdita dei sensi: l’olfatto, il gusto, l’udito e la vista. Ma, nonostante la scomparsa di ricordi ed emozioni, ciò che conta, alla fine, è andare avanti: concentrarsi sulle cose importanti, e non solo su ciò che garantisce la sussistenza come “grasso e farina”.
Documentario sulle prove e le sperimentazioni nel laboratorio gastronomico del ristorante spagnolo elBulli dello chef Ferran Adrià. Ricerca meticolosa, nuove tecniche, infiniti assaggi, lavoro di squadra, costruzione di un menu, e infine le istruzioni impartite all’intero staff del locale affinché tutto proceda in modo assolutamente perfetto.
Il cibo visto in una prospettiva diversa e terrificante, quella del traffico su scala mondiale di alimenti adulterati. Un atto di denuncia, di produzione italiana (liberamente ispirato al libro “Mi fido di te” di Francesco Abate e Massimo Carlotto) ma girato a Hong Kong. Un tentativo discreto (seppur con qualche imperfezione narrativa) di puntare l’attenzione su un tema attuale e scottante.
Di come un cestino portapranzo recapitato per errore a Mumbai possa diventare un delicato veicolo di lettere, dialoghi ed emozioni tra due sconosciuti. La cucina amorevole della giovane moglie ferita Ila riesce a sciogliere il disilluso Sajaan, maturo vedovo in procinto di andare in pensione. Il loro rapporto epistolare porterà a dei cambiamenti… o invece no?
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